Comunicato stampa
Roma, 08 ago. 2019 – “E’ palese che nell’ambito dell’esecuzione della pena, e, quindi, nei nostri penitenziari, vi sia attualmente ed in maniera assai diffusa, un problema di diritti umani che potrebbe definirsi grande come una casa. Merita, forse, un approfondimento maggiore, un tema, invece, poco esplorato, ovvero il discorso dei diritti della persona umana, nelle fasi precedenti al fatto veramente processuale, così come potrebbe trattarsi a seguito di un arresto appena eseguito, e ancora da convalidarsi. Al riguardo, va detto, che è interesse della cittadinanza che la lotta tra criminalità e forze dell’ordine non sia una lotta meramente fittizia, è interesse della cittadinanza che vi sia, anzi, una vera e propria guerra da parte delle forze dell’ordine alla criminalità. Detto ciò, va considerato, che gli atti che seguono immediatamente ad uno scontro con la criminalità, devono poi anche valutarsi con una certa elasticità, devono cioè valutarsi anche alla luce di questa cruenta guerra che è in corso contro il crimine. Alla luce di questa guerra, devono ritenersi consentiti molti atteggiamenti che, invece, in situazioni di normalità non lo sarebbero. Del resto, quando a seguito di un inseguimento, di una colluttazione, oppure di uno scontro a fuoco, dei soggetti vengono portati negli uffici per espletare le operazioni previste, è inimmaginabile che a questi delinquenti, poi, gli si dica “prego si accomodi pure, gradisce qualcosa?” Quando a seguito di un inseguimento, di una colluttazione, oppure di uno scontro a fuoco, dei soggetti vengono portati negli uffici per espletare le operazioni previste, dobbiamo solo ed esclusivamente preoccuparci che non si verifichino degli atti che siano veramente lesivi per la vita e la salute degli esseri umani.” Così in una nota, Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.